L’incontinenza urinaria da sforzo è la perdita involontaria di urina in concomitanza con un aumento della pressione addominale (es. tosse, starnuto, risata, etc), in assenza di una contrazione della vescica.
Questa forma di incontinenza può essere dovuta ad un difetto anatomico delle strutture che sostengono l’uretra (condotto che portal ’urina dalla vescica verso l’esterno), ad un’insufficienza sfinterica o ad una lesione anatomica dell’apparato sfinterico
L’incontinenza urinaria da sforzo dunque tipica del mondo femminile; più frequente, anche se non esclusiva, nelle donne che hanno affrontato diversi parti; può essere accompagnata da prolassi lievi o severi dell’apparato genitale o da disordini nella statica del pavimento pelvico. Nell’uomo è quasi sempre conseguente a interventi per patologia prostatica.
La terapia chirurgica dell’incontinenza urinaria da sforzo ha come scopo la creazione di un supporto a livello dell’uretra media, in modo da eliminare l’ipermobilità uretrale ed aumentare le resistenze.
Le percentuali di guarigione nelle varie casistiche nazionali ed internazionali variano dal 61 al 98%, con una media del 75% nei
follow-up a lungo termine (>5 anni)
L’intervento viene eseguito in anestesia locale con leggera sedazione. Prima di procedere all’intervento chirurgico viene inserito un catetere vescicale, che sarà rimosso dopo poche ore dal termine della procedura. Viene praticata una incisione di circa 1 cm a livello vaginale attraverso la quale viene passata la banderella (sling) di materiale sintetico e fatta fuoriuscire attraverso il forame otturatorio (lateralmente e superiormente alle grandi labbra), vengono applicati punti di sutura riassorbibili e che non richiedono rimozione.
La dimissione avviene il giorno stesso, dopo aver verificato la ripresa spontanea e regolare della
minzione.
Si consiglia il riposo domiciliare per una settimana, la graduale ripresa di tutte le attività fisiche nel giro di 30-40 giorni.
I successivi controlli vengono consigliati alla prima visita post-intervento.
E’ consigliato riprendere i rapporti sessuali dopo un mese dall’intervento.
Rischi, complicanze, effetti collaterali
Le complicazioni più frequenti durante l’intervento sono:
Le complicazioni più frequenti dopo l’intervento, a breve e lungo termine, sono:
I benefici dell’intervento sono rappresentanti dalla scomparsa o attenuazione dei sintomi correlati al quadro clinico di presentazione.
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