La ginecomastia consiste nell’aumento del volume del seno maschile ed è dovuta o ad un’ipertrofia del grasso (ginecomastia falsa o pseudoginecomastia) o ad un’ipertrofia della ghiandola (ginecomastia vera)
Le due entità, tuttavia, possono anche coesistere (cosiddetta ginecomastia “mista”); ogni singolo caso deve essere attentamente valutato in sede di prima visita e con l’esecuzione di un’ecografia che consente una più precisa valutazione preoperatoria.
Escludendo le forme di ginecomastia associata a disordini di natura ormonale o genetica, molto frequenti sono le forme congenite che si possono manifestare fin dalla pubertà. Certamente le forme giovanili devono essere attentamente valutate in ambito specialistico pediatrico previo studio dell’assetto ormonale.
Le forme acquisite (abuso di steroidi) e quelle congenite possono essere trattate chirurgicamente mediante un intervento di mastectomia eventualmente associato ad una liposcultura che, personalmente, eseguo in anestesia locale con una blanda sedazione.
Le cicatrici sono generalmente poco visibili in quanto intorno all’areola; solo in casi eccezionali possono estendersi verticalmente o addirittura assumere una forma a “T invertita” nei casi più gravi con grande lassità cutanea correggibile solo attraverso un lifting cutaneo esteso.
Il postoperatorio è generalmente indolore, possono manifestarsi dei lividi che generalmente si riassorbono nell’arco di un paio di settimane.
La sensibilità può ridursi per qualche settimana per il trauma chirurgico e può verificarsi anche una depigmentazione della cute areolare talora anche permanente.
Nessun rischio maggiore è descritto in questo intervento, tra quelli minori ricordiamo una recidiva della patologia per residuo ghiandolare, irregolarità del profilo cutaneo, entrambe situazioni risolvibili con un reintervento correttivo.
– sospendere terapie antiaggreganti (Aspirina) o anticoagulanti (Coumadin) 1 settimana prima
– rimanere digiuni da almeno 6 h (si può bere poca acqua o un caffè fino a 3 h prima)
– assumere terapia medica prescritta
– indurimento della zona sottoposta a trattamento per circa 2 settimane
– riduzione della sensibilità della cute corrispondente all’area trattata (generalmente temporanea con ritorno alla normalità in circa 3-4 settimane)
– edema, gonfiore della durata di 2 settimane
– possibile qualche livido 1-2 settimane
– recidiva
– introflessione del capezzolo
– irregolarità del profilo cutaneo
– anestesia locale con eventuale sedazione
– no ricovero in clinica
– no dolore
– modesto gonfiore
– lividi transitori
– cicatrici invisibili
– risultati definitivi
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